SANITA’: AUMENTO SPESE MA PRESTAZIONI IN CALO

I ticket sono accresciuti più del 40%, i farmaci più del 70% e, le visite in ospedali pubblici a pagamento, sono cresciuti più del 21%, nell’arco temporale di 6 anni, dal 2009 al 2015, per le prestazioni sanitarie. Malgrado questo aumento, la sanità pubblica in ambito qualitativo e quantitativo, ha presentato un peggioramento.

Il rapporto annuale Ospedali & Salute, in ambito della sanità italiana, ha sottolineato il duplice danno causato ai cittadini, oltre la lievitazione dei costi anche il declino della sanità pubblica, attraverso riduzioni di posti letto, ricoveri, giornate di degenza e personale.

I cittadini, per ovviare a questo problema, hanno ricercato soluzioni alternative, quali strutture private accreditate o meno, strutture ospedaliere pubbliche ubicate in altre regioni, o alla rinuncia delle cure.

Di fatti il 16,2% delle famiglie ha provveduto a rinviare ad altra data una o più visite o prestazioni rappresentando circa 8 milioni di persone, mentre il 10,9% ha rinunciato alle cure per  circa 6 milioni di persone. Si evince, quindi, che è’ in crescita il numero degli italiani che non accede alle cure.

Sono presenti, nel SSN, risorse attualmente da “svincolare” per  migliorare la qualità e la quantità dei servizi ai cittadini. Sono entrate che, per legge, sono conteggiati nel bilancio e destinati  alle attività a funzione, cioè quelle assistenziali tra le quali il pronto soccorso o la terapia intensiva che non hanno una tariffa stabilita. Si stimano intorno ai 3,2 miliardi di euro di sovra ricavi nell’anno 2015 per 360 ospedali a gestione diretta ed 84 aziende ospedaliere.

Da questi emolumenti si potrebbero togliere le risorse necessarie alla manutenzione straordinaria della sanità pubblica per poter fronteggiare ad una crescita delle capacità delle strutture ospedaliere, questo, si otterrebbe, avendo una maggiore trasparenza sui bilanci, identificando il livello di efficienza delle diverse strutture.

 

Articolo di Bea Maurizio

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