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NO ALLA CATTIVA INFORMAZIONE, ALLE STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE E AI POLITICI MEDIATICI. INTERVISTA AD AODI FOAD di Martina Oddi

Foad Aodi: 'No alla cattiva informazione, alle strumentalizzazioni politiche e
ai politici mediatici'.

L'islamizzazione delle informazioni diffuse dai media, dalla radio al web
passando per una certa tv sensazionalista, diventa un fenomeno culturale che
alimenta la divisione, i pregiudizi e la disinformazione tra i popoli. Tanti
gli esempi dei processi mediatici approssimativi, delle strumentalizzazioni
politiche a sfondo razzista finalizzate allo scontro culturale, nella
quotidianità di una convivenza sempre più ostacolata dalla paura del
mussulmano, demonizzato come un potenziale jihadista dagli stereotipi del
terrore. O nel migliore dei casi come un diverso, un clandestino, un elemento di disturbo della quieta normalità. Chiudersi nel rifiuto e stigmatizzare fondamentali fenomeni migratori, di rilevanza storica come le onde che li hanno
preceduti, quali processi di ostacolo alla quotidianità pacifica è un tentativo di minare la serena integrazione tra i popoli, principale responsabilità della stampa irresponsabile e dei politici senza scrupoli.

Quali sono i principali capi d'accusa rivolti agli immigrati nei media nei
giorni della paura? Lo chiediamo al presidente Aodi.

La cosa più grave è la confusione degli ultimi mesi, per cui sono stati accomunati tutti i cittadini stranieri indipendentemente dalla loro condizione, che siano rifugiati o integrati. La grande disinformazione causa una paralisi
nella distensione tra categorie e penalizza l'integrazione tra italiani, chi e' già in Italia e chi sta arrivando. 

Quali sono le forme di reazione a questo tipo di informazione discriminatoria
tra gli immigrati e nella popolazione italiana?

Sicuramente la cultura del pregiudizio e la guerra tra poveri, e inoltre la discriminazione tra immigrati che additano i mussulmani come causa del razzismo rivolto contro di loro. I politici italiani invitati nelle trasmissioni schierate contro gli immigrati fomentano la separazione tra stranieri e italiani, e ciò contrasta con la nostra linea dettata dai progetti gemelli di buona sanità, buna informazione e buona immigrazione, con le buone pratiche dell'integrazione, ostacolando la risoluzione delle emergenze. Bisogna evitare di mettere il mostro in prima pagina, valorizzando le differenze ma lavorando sui valori comuni, come ricordato da Papa Francesco in occasione del movimento del Rinnovamneto del Santo Spirito, quando io ho letto il discorso della pace e il Pontefice ha benedetto il nostro movimento Uniti x unire, con un appello alla coltivazione delle differenze e della buona pratica dell'integrazione tra stranieri e italiani.


Come la mancanza di conoscenza approfondita dello straniero va a incidere nei
rapporti tra le etnie?

Crea la cultura del sospetto, la guerra tra poveri che la disoccupazione grave alimenta, cavalcata dai politici mediatici, i soliti presenti nelle trasmissioni create ad hoc dalla Lega nord sull'onda del razzismo. Con effetto boomerang in realtà secondo le statistiche che ne restituiscono un'immagine pessima. Stiamo parlando anche di alcuni politici che fanno informazione in autonomia per ottenere visibilità personale ma non lavorano per l'interesse generale. Tra questi, anche alcuni politici di origine straniera che mirano addirittura a fondare un partito islamico e si relazionano ai problemi senza
nessun contatto con le comunità di immigrati, indignate per questa situazione di strumentalizzazione. Una politica condivisa con la Lega che non fa altro che aumentare le paure. Non sostengo di certo che l'Islam non può parlare
politicamente, ma istituire un partito con queste premesse significa causare l'aumento delle le fobie nei confronti lo stesso islam ed i musulmani se vengono meno le premesse per il rispetto dei principi della convivenza pacifica.


Come promuovere l'alternativa dell'integrazione attraverso una informazione
corretta e obiettiva?

Bisogna far valere la voce delle comunità rappresentative, invitare persone competenti, rappresentative e responsabili nelle loro dichiarazioni pubbliche , negli spazi dedicati all'informazione, con il fine di sedare l'odio tra italiani e stranieri e evitando di strumentalizzare la politica della separazione. La buona e vera informazione va messa sul piatto, e così faremo nella prossima riunione a Barcellona dell'Unaoc di cui sono stato nominato dal ministero affari esteri itliani come Focal Point per l'integrazione in Italia.


In un contesto globale in cui le notizie volano sulle ali degli smartphone e del web alla velocità di un click, profondo e indelebile resta il segno nelle coscienze e il prezzo da pagare di una comunicazione scorretta, arbitraria e
politicamente strumentalizzata, che  non può che allontanare gli uomini e ostacolare il fine comune di una felice integrazione sociale e culturale.

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