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ETICA E TELEMEDICINA

In questi ultimi anni l'irrompere delle tecnologie avanzate e dell'informatica nelle strutture sanitarie sta disegnando uno scenario completamente nuovo ed in rapidissima evoluzione nell'uso della medicina e nel modo di affrontare le malattie. Lo sviluppo della telemedicina assume ritmi molto più veloci ed incalzanti rispetto ai tempi di adeguamento del sistema organizzativo aprendo prospettive impensabili, ma suscitando anche nuove domande ed inquietanti dubbi. Ci sembra necessario affrontare le problematiche poste dal dirompente cambiamento provocato nella sanità dalla telemedicina, portando al centro della nostra attenzione la questione etica assieme al mai risolto problema dell'umanizzazione del servizio sanitario. È evidente che ogni strumento creato dall'uomo può diventare positivo o negativo, costruttivo o distruttivo, morale od immorale secondo l'utilizzazione che ne viene fatta ed è altrettanto evidente che le tecnologie e le tecniche sempre più sofisticate possono indebolire pericolosamente il "legame" umano tra il medico e il malato. Il filo sottile e tenace che unisce l'uomo che ha il potere di sanare" alla persona che ha bisogno di assistenza e di cure per poter guarire nella mente e nel corpo, è uno dei patrimoni più preziosi e più necessari dell'umanità. Questa comunicazione profonda e magica che lega il medico al paziente provoca un misterioso circuito risanatore che spesso è al centro dell'opera medica. Dal rapporto positivo tra il malato e l'operatore sanitario scaturisce spesso quell'energia imponderabile che aiuta la guarigione: la volontà di vivere, medicina e l'informatica favoriscono l'economicità, l'efficienza, la ricerca scientifica, l'organizzazione territoriale, la velocità e l'ampiezza degli interventi nel sistema sanitario. La robotica, semplice e complessa, la tecnochirurgia, la telesicurezza, l'informatica, le biotecnologie, le innovazioni applicate alle scienze chirurgiche e trapiantologiche, l'educazione medica continua, i simulatori chirurgici con l'utilizzazione dei computer e della realtà virtuale, la "second opinion" la carta sanitaria elettronica portano sempre più velocemente verso la realizzazione dell'ospedale virtuale" e creano le condizioni per un nuovo sistema sanitario mondiale globalizzato ed in grado di produrre e di vendere salute esattamente come una azienda multinazionale può mettere sul mercato qualunque altro servizio, imponendolo all'utenza secondo le abituali leggi del commercio. Certamente quello descritto è un panorama ancora incerto e nebuloso, ma già si intravede quale potrebbe essere il profilo del mondo della medicina in un futuro neppure troppo lontano. Quando tuttavia sarà realizzato questo immenso, efficiente ed avanzatissimo sistema sanitario, dove finirà il filo misterioso che unisce ancora il medico ed il malato aiutando quest'ultimo nel "voler" guarire? Come possiamo "umanizzare" il sistema sanitario affinché non diventi una perfetta e fredda "macchina della salute", priva di anima ed impoverita dell'indispensabile rapporto tra persona e persona che fa della cura di un essere umano un "arte di amore" prima ancora che una tecnica ed una scienza? Vi sono gruppi di studiosi per i quali il procedimento informatico diventa il costruttore di quelle che gli americani chiamano le "macchine banali": il procedimento informatico costruito in questo modo viene posto come garante assoluto della scelta scientifica e l'operatore deve acriticamente adeguarsi. Non è difficile immaginare le conseguenze in medicina, qualora il medico venisse costretto ad assumere il ruolo meccanico di un esecutore passivo, agli ordini di un computer che decide, determina e garantisce, al posto dell'operatore sanitario, il tipo di intervento e di cura necessario. È evidente che siamo di fronte ad una vera ve propria rivoluzione che sta sconvolgendo radicalmente, oltre che tutto il sistema sanitario, lo stesso concetto di medicina. È altrettanto evidente che capire ed orientare un processo di cambiamento tanto rapido da modificare in pochi anni un a cultura medica millenaria e le abitudini organizzative consolidale, richieda profonde riflessioni ed ampi confronti. Desidero sottolineare però che ci sono dei valori irrinunciabili che vanno salvaguardati; la persona umana è, e deve restare, al centro del sistema sanitario che si pone per sua natura al servizio dell'uomo, proteggendone la dignità e sostenendolo nella debolezza della malattia. Non dimentichiamo che l'uomo entra nelle strutture mediche perché ha bisogno di aiuto nel percorso di sofferenza e di dolore provocato dalle malattie: è un essere indifeso, fragile, insicuro che si affida, pieno di paure e di speranze, ad altre persone che hanno il compito di curarlo, di proteggerlo e di salvarlo. Questa è la missione principale della medicina. La medicina, per noi, è una delle più alte espressioni della Carità. Ecco perché riteniamo che proprio l'umanizzazione vada posta al centro di ogni processo di cambiamento e di rivoluzione. All'interno del nuovo sistema sanitario che sta nascendo dalle vecchie strutture e dalla vecchia mentalità è possibile costruire un percorso dove l'alleanza tra la "macchina" e l'uomo diventi un potente generatore di bene, capace di sprigionare una grande spiritualità positiva. Le tecnologie avanzate, guidate dall'uomo e asservite ai valori più alti della persona, possono diventare l'elemento innovatore che invece di recidere il filo d'oro che unisce l'operatore sanitario al malato, possono aiutare il medico ad usare ancor meglio il misterioso circuito risanatore che, provenendo dall'anima, è in grado di combattere sapientemente il dolore.

 

Articolo di Loris Facchinetti

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