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JOBS Act: questo sconosciuto 10 domande e 10 risposte sulle novità introdotte dalla riforma

Il contratto a tutele crescenti taglia del 30% il costo del lavoro. L’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato prevede due mensilità per ogni anno di servizio e andrà da un minimo di 4 mesi a un massimo di 24 mesi di stipendio. Le aziende con meno di 15 dipendenti restano escluse dall'articolo 18 (per loro continuerà a valere l’indennizzo attuale, variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione). Le nuove regole si applicano soltanto ai nuovi assunti e anche in caso di licenziamento collettivo. Chi ha già un contratto a tempo indeterminato mantiene lo Statuto del passato. Il reintegro scatterà solo in caso di licenziamenti nulli e discriminatori. Nei licenziamenti disciplinari ingiustificati il reintegro ci sarà solo nel caso in cui il giudice rilevi che il “fatto materiale non sussista”. NASPI: l'indennità di disoccupazione ha una durata massima di 24 mesi, tetto a 1.300 euro, platea allargata a cococo e cocopro, scatta dal primo maggio 2015. DIS-COLL: 6 mesi di indennità per i precari. ASDI: l’assegno ai disoccupati indigenti - IN CODA il testo dello schema di decreto legislativo denominato Jobs Act e il testo della NASpI.


1 - Che cosa significa a “tutele crescenti”?
Significa che le tutele per chi firma un contratto aumenteranno con il passare del tempo. Il nuovo assunto deve però sapere che, se verrà licenziato, il suo indennizzo sarà solo di natura economica, e crescerà in base all’anzianità di servizio. In pratica, si esclude la possibilità del reintegro del lavoratore.


2 - A chi offre le opportunità maggiori il nuovo contratto?
Chi, nel corso del 2015, avrà davvero una opportunità, sarà chi oggi ha un contratto di collaborazione o a tempo determinato, perché il contratto a tutele crescenti taglia del 30% il costo del lavoro.


3 - A quanto ammonterà l’indennizzo in caso di licenziamenti?
Andrà da un minimo di 4 mesi a un massimo di 24 mesi di stipendio. Stabiite due mensilità per ogni anno di servizio.  


4 - A chi si applicano le nuove regole?
Soltanto ai nuovi assunti. Chi ha già un contratto a tempo indeterminato,dunque, mantiene lo Statuto del passato.


5 - Quando scatterà il reintegro?
Solo in caso di licenziamenti nulli e discriminatori.


6 - E nei licenziamenti disciplinari ingiustificati?
Il reintegro ci sarà solo nel caso in cui il giudice rilevi che il “fatto materiale non sussista”. “C’è un grande spazio per la mediazione sindacale- ha spiegato Renzi.


7 - Sarà possibile licenziare per scarso rendimento economico? 
No. “Pensiamo non ce ne sia bisogno”, ha spiegato Renzi. 


8 - Le nuove regole si applicheranno anche in caso di licenziamento collettivo? 
Sì. Ai licenziamenti collettivi “è esteso lo stesso regime” dei licenziamenti individuali, ha detto ieri il premier.


9 - Per le aziende con meno di 15 dipendenti cambia qualcosa?
No, visto che la distinzione con le piccole imprese, escluse dall’articolo 18, resta. Per loro continuerà a valere l’indennizzo attuale, variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione. 


10 - Che cosa significa opting out? E’ stato approvato?  
Si tratta di un meccanismo che, in caso di licenziamento disciplinare ingiustificato, permette all’azienda condannata dal giudice di scegliere non il reintegro del lavoratore, ma un indennizzo ben più alto. L’opting out, però, non è previsto. “Avremmo superato la delega”, ha detto Renzi.

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