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ITALICUM VOBISCUM di Paolo Patrizi

di Paolo Patrizi

 

E adesso che faranno Speranza e Bersani, Letta, Fassino e Cuperlo? Che farà Rosy Bindi, riparerà nell'azienda vitivinicola di Noè ­D'Alema o piuttosto riprenderà il mesto tran tran parlamentare spingendo a comando un bottone in cambio di un mensile di euro 24.000? Francamente a noi come alla stragrande maggioranza della popolazione non interessa affatto trovare una risposta a tanto inquietanti interrogativi.

 
Sono giorni, mesi, anni che stampa e televisione tentano invano di creare una mitologia, un'aura di intelligenza e di mistero allo scopo di far diventare personaggi di livello delle mezze figure, magari anche creando ad arte falsi problemi per poi attribuire altrettanto false soluzioni.
Siamo stanchi di questa overdose di parole, non ne possiamo più di Italicum e di Porcellum, di stabilità, di spread, di antimafia ed anticorruzione. Ormai la politica è ridotta ad atto burocratico­amministrativo, un affare privato riguardante quattro o cinque persone ed il loro diretto seguito, il fattore della masseria ed i
suoi capibastone.

Tutti gli altri, ormai anche ope legis, ne sono assolutamente esclusi. Del resto a chi può importare davvero di conoscere il nome e la provenienza dell'esattore che verrà a prelevare i suoi risparmi (ed i beni patrimoniali) per consegnarli ad asserite superiori autorità internazionali? A chi può interessare decidere chi siederà in un Parlamento svuotato di tutti i poteri necessari a disegnare una qualunque strategia di sviluppo, per rilanciare non solo a parole l'occupazione, la sanità, la scuola, per aprire nuovi mercati al nostro commercio ed alle imprese, per difendere l'agricoltura dal complotto OGM delle multinazionali?


Quando si trattò di rinunciare alla sovranità nazionale, di rinunciare al diritto di battere moneta, quella lira in virtù della quale ci eravamo creati uno spazio vitale tra dollaro e marco – allora nessuno dei nobili padri della patria Costituzione si degnò di chiedere il parere degli italiani. Allora bastò la parola di Prodi. A noi non restò che pagare il conto e fare sempre maggiori sacrifici.

Dal centrodestra berlusconiano ci saremmo aspettati una diversa presa di posizione (Fazio) se non altro per una forma di nazionalismo ad uso elettorale. Abbiamo dovuto accontentarci di bunga bunga e barzellette postribolari.

Ormai il divario tra politici­fattori e società civile è totale ed assoluto. Va a votare meno della metà degli aventi diritto. Sotto questo profilo l'Italicum non fa che prendere atto della situazione: la lista che raccoglierà il 30­32% dei voti validi avrà la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari.

E' uno scandalo?


No, è una beffarda provocazione. Non sono stati capaci di interpretare un sistema ad orientamento bipolare, il 25 Aprile di settant'anni dopo ci somministrano la riedizione del listone Mussolini con tanto di Partito Unico Nazionale.


Tutto bene ma non chiamiamola più democrazia.

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