30 Set 2015
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Una delle novità contenute nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 26 giugno, fa aumentare il reato previsto dall’art. 10 ter del D.Lgs. n.74/2000 da € 50.000 a € 200.000 l’importo per il reato di omesso versamento dell’IVA.
La norma attualmente prevede la reclusione da 6 mesi a 2 anni per tutti coloro che non versano l'IVA in relazione alla dichiarazione annuale, entro il termine previsto per il relativo versamento dell'acconto per il periodo di imposta successivo, per una somma superiore a € 50.000 riferita a ciascun periodo d'imposta.
In relazione al decreto di riforma dei reati tributari, l’omesso versamento dell’IVA avrà conseguenze penali per importi superiori a € 200.000
Si prevede anche un aumento della soglia di punibilità per la dichiarazione infedele ex art. 4 D.Lgs. n. 74/2000 che va dagli attuali € 50.000 d’imposta evasa a € 150.000. Per il reato di omessa dichiarazione art. 5 D.Lgs. n. 74/2000 si prevede una soglia per un’imposta evasa superiore a € 50.000 e non più a € 30.000.
L'omessa presentazione della dichiarazione del sostituto d’imposta comporterà la reclusione da 1 a 3 anni per tutti coloro che non presenteranno la dichiarazione del sostituto, se l’ammontare delle ritenute non versate sia superiore a € 50.000.
Attraverso il meccanismo del ravvedimento prima dei controlli, si avrà la possibilità di non incorrere nei reati di omesso versamento, dichiarazione infedele e indebita compensazione. Il decreto approvato dal CDM ha introdotto questo sistema dove il ravvedimento darà seguito all’estinzione dei predetti reati, a patto che sia effettuato prima del controllo.
Articolo di Bea Maurizio
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