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Da uno studio di ricercatori svedesi, si è preso come esempio la lavorazione a maglia fatto dalle nostre nonne per la progettazione di muscoli tessili, realizzati con fibre intrecciate e avvolte da materiale elettrico. Questi “muscoli” presentano dei movimenti molto simili ai nostri e possono essere d’aiuto ai disabili.
Quelli che attualmente sono disponibili si presentano maggiormente rigidi e robotici pilotati da aria compressa o motori producendo energia. Gli studiosi hanno provato a ricoprire un tessuto composto da cellulosa, con un materiale elettro attivo che ha la possibilità di estendersi e muoversi a seconda dell’energia elettrica. Questo tessuto, al contrario di quelli esistenti, si presenta leggero e flessibile e funziona come le fibre muscolari.
Per dar seguito a questa innovazione, gli studiosi hanno applicato ad un braccio robotico il nuovo tessuto artificiale raggiungendo come risultato la movimentazione naturale del braccio senza alcuna difficoltà ed il sollevamento di 2 grammi di peso.
Si ipotizza, dopo il successo ottenuto, di poter aggiungere all’interno del tessuto, ulteriori materiali quali metallo, fibre di carbonio, cotone, ecc, per renderlo più idoneo e vantaggioso.
L’obiettivo finale dei ricercatori è quello di poter utilizzare il tessuto creato come una seconda pelle, permettendo l’inserimento dei muscoli tessili all’interno degli abiti che si andranno ad indossare e che potranno rendere possibile i movimenti nelle persone affette da mobilità limitata e disabili nonché riuscite a far camminare le persone anziane.
Articolo di Bea Maurizio
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