20 Apr 2015
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Il presidente della Repubblica ha approvato i primi due decreti legislativi per la riforma del lavoro. I provvedimenti del Jobs Act sono 4: riforma dei contratti di lavoro, introduzione della Naspi e Dis-Coll per lavoratori precari, novità su maternità e congedo parentale e eliminazione del precariato sulle collaborazioni coordinate e continuative.
Quello che risulta più importante è in relazione all’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti e le modalità di licenziamento, che intervengono sull’articolo 18 in merito ai licenziamenti disciplinari ed economici.
Dalle novità del Jobs Act trarranno benefici le imprese di grandi dimensioni che avranno la facoltà di non reintegrare il dipendente ritenuto non idoneo a svolgere le mansioni precedentemente assegnate.
Nel Jobs Art sono inclusi tutti i lavoratori dipendenti che saranno assunti dopo l’entrata in vigore del provvedimento: impiegati, operai e quadri. Sono invece esclusi i lavoratori domestici, gli sportivi, i lavoratori in prova, lavoratori in età pensionabile e i dipendenti pubblici.
Fatta eccezione per i casi di licenziamento discriminatorio, nel provvedimento viene stabilito che il lavoratore dovrà dimostrare, in giudizio, per il reintegro in azienda, che la valutazione del datore di lavoro è errata per la fattispecie che ha reso necessario l’allontanamento. Se il giudice, approva la tesi del lavoratore, successivamente, provvederà a decretare il reintegro immediato del lavoratore stesso riconoscendo un indennità basata sull’ultima retribuzione, non superando le 12 mensilità.
articolo di Bea Maurizio
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