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L'EUROPA - SCHIACCIATA DALLA SUA IDENTITA' VIOLATA E DAL PESO DI SCELTE SBAGLIATE DI DISIMPEGNO - RIUSCIRA' NELLA MISSIONE DEL TERZO MILLENNIO di Martina Oddi

La comunità araba in Italia ma anche nel resto dell'Euro zona è unita nella condanna unanime degli attentati del terrore. Beirut, con la sua nota affiliazione alla causa palestinese. L'aereo russo, che ha spinto lo Zar irremovibile a decidere per i bombardamenti sulla Siria e a accettare di concordare una soluzione politica - più che mai urgente - su Assad. La Francia scossa dalla violenza più efferata con i terroristi insediati nel cuore culturale e pulsante della città, con Hollande che dichiara 'siamo in guerra' . Infine il Mali, con gli più di 100 ostaggi salvati e il dettaglio che fa orrore: i terroristi liberavano solo chi conosceva il Corano.

In un quadro del genere, mentre Renzi prudentemente invita a un'azione corale dell'Europa senza che si dichiari guerra in modo congiunto ma ottemperando alla famosa solidarietà con accordi bilaterali con la Francia che forniscano aiuti in termini di uomini, mezzi, e logistica, gli USA ritornano a svolgere, in Unione con Putin il potente - a volte - illuminato, un ruolo determinante che si può misurare sulla massiccia pioggia di bombe sul Califfato, dopo i fatti di Parigi.
Situazione gravissima, che diventa apocalittica per voce dei politicanti che ne profilano uno scontro religioso e di civiltà.

Con questa premessa, parlare di integrazione sembra una sfida impossibile, che deve però fare i conti con due fattori essenziali. Da un lato, la necessaria pianificazione strategica dei flussi migratori del millennio, concretamente gestita attraverso punti di raccolta e identificazione e il rispetto delle quote obbligatorie degli Stati membri.

Dall'altro, la necessaria urgente soluzione di quei focolai sempre accesi - la Siria, la Palestina, l'Eritrea, la Somalia - solo per citare i più noti, dove c'è sempre uno stato di guerriglia basata su ingiustizie sociali o discriminazioni che prestano il fianco alla teologia jihadista, che trova proseliti nei dissociati poco integrati delle periferie sociali delle grandi città europee. E non solo. Da una ricerca del Ministero degli Interni Francese emerge un nuovo profilo del jihadista: borghese, depresso dopo la morte di un caro, di età compresa tra i 15 e i 21 anni. Parte per la Siria dopo l'indottrinamento su internet, dove si promette la salvezza di tutta la famiglia e il ricongiungimento con il defunto caro in cambio di lottare nella battaglia della fine imminente del mondo.

Ma un terzo elemento si sta rilevando determinante. La condanna unanime dei mussulmani europei, al grido Not in my name, e' il nuovo seme per il fronte unito per la democrazia del nuovo corso. Arabi che condannano l'uso della religione per uccidere, che rinnegano chi usa la violenza in nome di Dio, ricordando che Allah è pace.


Questo il nuovo contesto di consapevolezza degli islamici integrati, che vivono da cittadini europei l'attacco all'Europa, che si dissociano dagli sceicchi che finanziano l'Isis, vero germe da estirpare, spesso a capo di società sottosviluppate in cui le donne mortificate non possono guidare o sono sottoposte a barbari riti come l'infibulazione.

L'Europa United Colors, come recitava un famoso spot anni '80, è la possibile reazione alla violenza, agli estremismi e agli odi razziali fomentati da politici senza scrupoli e che si nutrono della non conoscenza del diverso, potenziale portatore di nuova cultura e nuovi orizzonti della nostra Europa.

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